Replica di Gaetano Arangio-Ruiz a Carnelutti, Gli enti soggetti dell’ordinamento internazionale

Francesco Carnelutti su “Gaetano Arangio-Ruiz, Gli enti soggetti dell’ordinamento internazionale, Vol. I, Milano, Giuffrè, 1951, in Rivista di diritto processuale, 1953, Vol. VIII, Parte I.

 

Replica di Gaetano Arangio-Ruiz

Nonostante la forse frettolosa «doccia scozzese», continuo a essere profondamente grato a Francesco Carnelutti per entrambe le recensioni da lui riservatemi nel 1951 e nel 1953. Tengo soltanto a precisare che, benché il libro «faticato e faticoso» sui soggetti del diritto internazionale sia uscito stampato solo un anno dopo il lavoro nel quale Carnelutti aveva sentito spirare l’«aria nuova», quell’aria spirava già anche ne Gli enti soggetti dell’ordinamento internazionale. Quel libro era già concepito e in parte stampato; esso apparteneva e appartiene alla stessa «aria» che mi auguro di aver continuato a far spirare sino all’ultimo dei miei lavori. La mia tesi sui Rapporti contrattuali approvata dal Carnelutti aveva infatti come presupposto essenziale la natura fattuale della persona internazionale dello Stato nel libro su Gli enti soggetti. Tale libro si compone di due parti. L’una concerne la nozione di persona giuridica con particolare riguardo alla persona giuridica dello Stato nel diritto interno e la critica dell’assurda teoria secondo cui la persona giuridica si identificherebbe col suo sostrato materiale; l’altra parte concerne la persona internazionale dello Stato generalmente qualificata, secondo la dottrina internazionalista dominante, come persona giuridica al pari della persona dello Stato nel diritto interno. La nozione a mio avviso esatta della persona giuridica è quella del Chief Justice degli Stati Uniti d’America John Marshall (1755-1835) da me citata nella nota 9 del libro La persona internazionale dello Stato, UTET giuridica, Torino, 2008 (anch’esso consultabile nel presente sito internet), secondo cui: «A corporation is an artificial being invisible, intangible, and existing only in contemplation of law. Being the mere creature of law, it possesses only those properties which the charter of its creation confers upon it, either expressly or as incidental to its very existence». Secondo Marshall, dunque, la corporation è una mera creazione del diritto e vive, come tale, nel e per il diritto.

Quanto alla differenza fra lo Stato nel diritto interno e ciò che io chiamo la «persona internazionale dello Stato» (vedasi  il volumetto del 2008 appena citato) essa spiega, a mio modesto avviso, il «faticato e faticoso» rilevato dal Carnelutti nel libro da lui recensito.

Venendo alla seconda parte del libro su Gli enti, in essa parlo finalmente della persona internazionale dello Stato, la quale è un’entità corporea non già creata dal diritto internazionale, bensì da questo elevata, in quanto ente di mero fatto – così come la storia l’ha originariamente costruita è così come si è evoluta – a destinataria delle proprie norme. Come ente di mero fatto lo Stato è giustamente visto, dal punto di vista del diritto internazionale, dal mio maestro Gaetano Morelli.

Quando annunciai al Morelli che mi proponevo di dimostrare che lo Stato soggetto di diritto internazionale non fosse una persona giuridica, lui mi disse: «ci si provi. Ma le ragioni a sostegno della Sua tesi le deve indicare tutte!». Di qui – e mi scuso con Francesco Carnelutti – la mole del libro su Gli enti soggetti, perché la dimostrazione della natura fattuale della persona internazionale dello Stato imponeva un approfondimento – all’epoca inusitato – della nozione stessa di «persona giuridica».

Tutto ciò è confermato dall’andamento della mia prova di libera docenza, nella quale per fortuna ebbi come commissari Tomaso Perassi e Gaetano Morelli, i quali mi capivano perfettamente quando spiegavo la differenza che io vedevo fra lo Stato di diritto interno e la persona internazionale dello Stato. Ma insieme con loro vi era un terzo commissario, che non nomino per rispetto e indico solo come un cattedratico dell’Università di Firenze, il quale non riusciva a capire la distinzione da me nettamente sostenuta, al punto che la prova assunse un aspetto più divertente che preoccupante per il candidato libero docente: tutto si ridusse infatti a una continua confusione, da parte del fiorentino, fra la persona interna e la persona internazionale dello Stato al punto che anche Perassi e Morelli si associarono a me per spiegargli tale differenza.

In conclusione, benché (forse) «faticato e faticoso», il libro su Gli enti soggetti era stato subito compreso perfettamente da Morelli e da Perassi.

Gaetano Arangio-Ruiz

 

Replica di Gaetano Arangio-Ruiz a Carnelutti, Gli enti soggetti